La Giuria della prima edizione del Premio Ebook in…versi 2015 presieduta da Alessandra Crabbia, e formata da Antonella Montefameglio ed Adriana Montefameglio, rende noti i risultati del concorso:
- Opera 1^ classificata: «Contro il giorno» di Massimo Martinelli, Capraia e Limite (FI). Questa la motivazione della Giuria: «In un mirabile, incisivo, toccante seppur pacato volo emotivo, l’autore ci conduce con parole taglienti e soavi a scarnificare, dissacrare il nostro io, irrorandolo di una linfa oscura, mortale, inevitabile.
La realtà, anche la più sconcertante, viene dissezionata con un bisturi divino, il suo talento, in immagini tagliate di netto, in constatazioni esistenziali esibite con certezza vitalistica, in vividi e amaramente ironici squarci di eventi, riflessioni, fotografie dell’anima, così nitide e vicine a noi, così palpitanti e crude da togliere il fiato.
Il talento affabulatorio di Massimo Martinelli è così evidente, che a una prima lettura della sua opera tra moltissimi, non c’era alcun dubbio che avrebbe vinto.
L’originalità del suo assunto è esplosiva: alcuni potrebbero ricordare in lui l’antologia di “Spoon River”, o le poesie del primo Bukowski, o ancora la poetica alternativa della New Generation, ma tutto in lui è significativamente personale, non soggetto ad alcuna eco, totalmente assorbito nella descrizione sciolta, asettica e talora feroce dell’esistenza in toto, non solo quella a lui coeva, ma anche di quella passata, con i suoi traumi, le sue guerre, i suoi colori in seppia.
Questa sua modernità, questo suo scartare i solipsismi, i voli pindarici, la fatuità e la vacuità del bello e perfetto, del triste e lontano, così caro a molti poeti meno smaliziati, fanno di lui un grandissimo autore, notevole non solo per cultura e sentire, ma soprattutto per la coraggiosa capacità di esprimere la classica “Aletheia”, la verità nuda, non curandosi di piacere a tutti, ma andando dritto alla sua meta ideale: l’estasi del verso compiuto, impeccabile, non soggetto a regole, critiche, libero di essere totalmente integro e leale.
Una poesia di Massimo Martinelli, può essere oggetto di lunga meditazione, perché racchiude un universo intero, una sorta di “mondo delle idee” di Platone.
E questo, è talento puro». Alessandra Crabbia
Vince Trofeo Ebook in…versi 2015 – Pubblicazione della Silloge vincitrice in formato Ebook con regolare contratto di edizione con la Casa Editrice Montedit che prevede corresponsione dei diritti d’Autore a norma di legge – Attestato di merito.
- Opera 2^ classificata: «Intermittenze» di Raffaele Sabatino, ZUG (Svizzera). Questa la motivazione della Giuria: «Raffaele Sabatino è il poeta della memoria: una rivisitazione avvincente e scarna di episodi e paesaggi umani immersi in una splendente e ironica quotidianità assorta.
I sapori, le penombre e gli aromi del passato formano un inedito contesto poetico, nel quale, un’asciutta malinconia si fonde con un’antica dolcezza: non c’è rimpianto né nostalgia, ma apparizione dettagliata del ricordo, rivissuto con la consapevolezza della maturità.
Non c’è amarezza in lui, ma una lucidissima descrizione dell’attimo, con un acutissimo senso del reale, orbato di tutto ciò che è superfluo, per garantire la veridicità delle sue rime, per ottenere il massimo effetto coreografico con pochissimi cenni, più fotografici che letterari.
L’ironica accettazione della banalità degli eventi, il suo irridere le comuni idiosincrasie sociali e gli aspetti meno scontati del linguaggio poetico, ne danno l’immagine di un poeta “on the road”, che ricorda la mitica Route 66, tanto praticata letterariamente negli anni ’60 e ’70: un poeta che omaggia Pino Daniele, e che non si pente di non esser quell’ingegnere che altri volevano che fosse, poiché, per sua ammissione odia il cemento.
Persino l’invecchiamento diventa lirico, sardonico, ilare, nella battaglia con la presbiopia e gli occhiali, e nella descrizione, in “Fulve chiome”, di come una donna belloccia, salendo in treno, possa ringalluzzire gli anziani.
Perché, se è vero che in Raffaele Sabatino esiste granitica “ …soltanto un poco di purezza e vuoto…”, è altresì vero che la sua dote poetica travolge il lettore con una pienezza narrativa sublime e altissima: personaggi, eventi e cose sono animati da una nascosta bellezza, così soave, così amara, così dolce». Alessandra Crabbia
Vince Attestato di merito – Pubblicazione della Silloge vincitrice in formato Ebook con regolare contratto di edizione con la Casa Editrice Montedit che prevede corresponsione dei diritti d’Autore a norma di legge.
- Opera 3^ classificata: «La luce delle trappole» di Federica Dotto, Villorba (TV). Questa la motivazione della Giuria: «Se la poesia di Federica Dotto fosse musica, sarebbe una lirica d’arpa celtica, nella quale gli aspetti magici e favolistici della natura hanno un’armonia quasi esoterica, abbracciando un continuo colloquio mistico con le energie primordiali del sé, rivisitando la nascita, la vita, la morte.
Ciò che è amaro nei versi dell’autrice, è temprato dalla consapevolezza sotterranea dell’inscindibile unione tra il poeta e il cosmo, tra i versi e gli archetipi universali, in un idillio che rinnova la speranza salvifica di sfuggire alla tristezza d’essere, attraverso un rapporto totale con se stessi, sfidando gli abissi e i demoni interiori.
La poetessa usa un linguaggio colto, con una modulazione che al primo sguardo può apparire criptica e intimistica, ma la musicalità dei versi ci trascina in una danza dove ogni aspetto dell’esistenza umana è lungamente macerato e sofferto, bilanciato e armonizzato.
Dietro ad ogni fenomeno naturale c’è un’equivalenza spirituale: tale corrispondenza è immediata, simultanea, cromaticamente e figurativamente affine.
Ecco dunque che la sofferenza si eleva come un canto inevitabile, ergendosi come un Titano al di sopra delle miserie umane, delle banalità che tanto sconfiggono la brama di cielo del poeta.
La luce delle trappole è il bagliore illusorio di ciò che la vita ci dà e ci toglie, ma anche l’ispirazione celeste e ardita di Federica Dotto, poetessa dell’anima». Alessandra Crabbia
Vince Attestato di merito – Pubblicazione della Silloge vincitrice in formato Ebook con regolare contratto di edizione con la Casa Editrice Montedit che prevede corresponsione dei diritti d’Autore a norma di legge.
Gli Ebook vincitori verranno pubblicati in forma assolutamente gratuita, nella apposita collana della Casa Editrice Montedit saranno pubblicazioni altamente professionali realizzate in formato ePub e Mobi e poste in vendita sulla piattaforma Bookrepublic e sui principali Store mondiali (Amazon, Apple Store, Kobo, Ibs, etc.). Saranno dotati di DRM (che ne vieta la duplicazione) ed avranno Codice ISBN.
Verrà anche data anche la possibilità (previo successivi accordi e solo a chi lo desidera) di avere pubblicazione cartacea del volume, con il sistema di Print on Demand.
Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicazione:
- «Il filo di Arianna» di Nerina Ardizzoni, Ferrara (FE). Questa la motivazione della Giuria: «In un labirinto che contempla con rime struggenti la scomparsa dell’amore, i mali dei nostri tempi, la speranza di una trascendenza, la poetessa ripercorre le fasi alterne del suo mondo, rifuggendo le maschere sociali, l’ipocrisia del nascondimento, le trame occulte della vita.
Nulla ferma il suo volo mistico, nemmeno la banalità del male sociale.
Con un’intensità accorata, Nerina Ardizzoni spazia tra il suo afflato poetico e la consapevolezza dell’angoscia: i suoi versi esprimono l’universalità della condizione umana, e i suoi limiti invalicabili e sofferti». Alessandra Crabbia
- «La bellezza tragica del mondo – elegie per quattro stagioni» di Franca Canapini, Arezzo (AR). Questa la motivazione della Giuria: : «L’alternarsi delle stagioni e ciò che muta e trascolora, non è solo un’esaltazione naturalistica della bellezza multiforme e opulenta di ciò che ci circonda, ma è anche traccia dello spirito, fonte di corrispondenza d’affetti, ricordi, sapori e profumi che diventano inquieti e divoranti.
La poetica di Franca Canapini trae ispirazione dai miti classici, rivisitati con gioiosa rivelazione, e al tempo stesso il suo rapporto con l’avvicendarsi ciclico delle stagioni ricorda la poesia colta giapponese, nella quale ogni più piccolo essere, ogni fenomeno naturale, divengono unione spirituale con il tutto, in una delizia animistica.
Franca Canapini rivela un’attenta elaborazione artistica e una geniale trasposizione del mito, in grado di toccare le arcane profondità del cuore». Alessandra Crabbia
- «Errante notturno» di Cinzia Ciani, Staranzano (GO). Questa la motivazione della Giuria: «Come Saffo, Cinzia Ciani affida al remoto vento del tempo le sue memorie di amore perduto, il respiro di un’infanzia assorta, e quel particolare dialogo con ciò che si è smarrito nei meandri della vita, e non può essere recuperato.
Nelle sue rime si scorge una bellezza eternamente condannata e fuggitiva, o un anelito dolente a varcare le soglie dell’indicibile, oscuro territorio del poeta.
Nulla riporta alla pienezza dell’attimo, che è destinato inesorabilmente a svanire e a diventare polvere.
La poesia, per la poetessa, ha vita propria, inevitabile, destinica, perché, come lei afferma: “…non scrivo poesie ma esse si scrivono da sole, mi rincorrono, mi afferrano e mi costringono a prenderle in grembo come una madre…”». Alessandra Crabbia
- «Chiaroscuro» di Giuseppe Cicognani, Imola (BO). Questa la motivazione della Giuria: «È questo un poema nel quale la parola diventa un grido, il sentimento prende corposità, la ricerca è un feroce annaspare in altri mondi.
Giovanni Cicognani vive con ardore le sue rime, canta i sensi e anche l’anima, ma sempre oberata, blandita, benedetta o maledetta dalla carne.
Il suo dialogo incessante con il sé ha peculiarità sinuose, brividi, incantamenti, picchi e cadute.
Perché così è la vita dolce e aspra, crudele o materna, che si snoda come un incontro d’amore, pelle contro pelle, universo contro universo, incomunicabilità contro incomunicabilità.
Il poeta non si propone una salvezza, è altro il suo intento.
Egli vuole comunicare il suo annientamento o la sua accettazione senza giudizio, in una contemplazione quasi buddista dell’esistenza.
E nei versi che scorrono impetuosi, la sua penna quasi non trattiene il fiume in piena della sua immaginazione, che si ferma poi d’improvviso, come in un lampo, per decretare la fine». Alessandra Crabbia
- «Del delirio e di altri dei» di Erika Filardo Napoli (NA). Questa la motivazione della Giuria: «Per Erika Filarda il poeta è “…un cercatore tragico che fa della parola la sua unica casa…è un sopravvissuto alla catastrofe delle credenze”.
L’autrice fa fluttuare i suoi versi mirabilmente, esponendo con fierezza le ombre della sua vita, che hanno solo contribuito a rendere più autentiche le sue ribellioni alle scontate banalità sociali, alla convenzionalità dei sentimenti, alle mille prigioni che incarcerano la mente.
La sua intelligenza acuta, il ritmo deciso e selvaggio del suo eloquio, rivelano un’indomita passionalità, mitigata dal senso della vacuità di ogni cosa.
E l’amore diventa “…una caduta libera, cieco strapiombo…”, perché “…ostinato è l’amore come la follia..”.
L’eros è impagabilmente poderoso e implacabile, di una bellezza fiammeggiante, quando in pochi versi la poetessa annuncia: “…ricordati, siamo tempo che brucia, perciò follemente ti voglio amare..”.
Come non sentire in un solo verso compiuto di Erika, il fuoco sacro di mille poesie antiche e moderne? Come non sentirsi trascinare in questa sarabanda selvaggia e squisita?
A noi, è impossibile non farlo». Alessandra Crabbia
- «Oltre il visibile» di Generoso Iorio, Castel San Giorgio (SA). Questa la motivazione della Giuria: «In questa raccolta poetica, Generoso Iorio, compie una ricerca potente e pacata: la fede è un mistero, anche se la presenza di Cristo vola sui versi, a volte scontrandosi con l’amarezza di un dio nascosto.
Il poeta enuncia la sua impossibilità di certezze, ma sempre con dolce ironia: “…idee di cielo e di sottane trascendono l’intelligenza del poeta, che non potrà mai svelare l’enigma della vita…”.
Eppure, la coscienza degli ultimi, ragazzi di strada, prostitute, accattoni, ricorda la scarna pietà con cui Pasolini li ritrasse nelle sue opere.
C’è anche un piglio gentilmente guascone, in quest’opera, che arricchisce le descrizioni della vita di un popolo vero, autentico, dipinto con tutte le sfumature più umanitarie, e sopra di esso il Vesuvio, guardiano sacrale di mille esistenze». Alessandra Crabbia
- «Riflessi di luce» di Andrea Pergolini, Fossombrone (PU). Questa la motivazione della Giuria: «La vacuità e l’impermanenza sono il leit motiv che lacera i sogni dell’autore.
In questo sfaldamento progressivo dell’esistere, Andrea Pergolini vede l’assoluta vanità del tempo: “…ho avuto tanti istanti, e il passato mi nega, il presente mi sfiora…”
Questa perdita d’identità poetica, paradossalmente è il fulcro della sua stessa poesia: …Ascoltami, un’ultima volta o come Icaro riuscirò a volare, ma morirò per sempre…”.
La speranza, seppur vanificata dalla consapevolezza del male di vivere, resiste nella squisitezza di questi versi, nei quali la disperata tensione verso l’infinito si placa nell’ accettazione delle oscurità che avvolgono l’intera umanità». Alessandra Crabbia
- «Lettere lette a letto. Versi sciolti per gente in rima baciata» di Jessica Spinelli, Napoli (NA). Questa la motivazione della Giuria: «Jessica Spinelli scrive con una prorompente freschezza, tutto in lei è giovane, verde e dotato di moderna ironia.
Sorvola con ridente sarcasmo sui drammi della vita, affacciandosi tuttavia nel suo universo colorato con sorprendente saggezza stoica: ricorda le prime poesie di Erika Yong o di Silvia Plath, con un’innocenza d’intenti, ma uno stile colto e sicuro.
Nel suo percorrere i grandi temi dell’amore, della letteratura, dell’abbandono e dell’èros, c’è in lei una capacità spontanea di accettazione e al tempo stesso di ribellione contro i dogmi stratificati avvilenti.
È straordinaria la sua capacità di avvincere il lettore e di trascinarlo in una danza poetica estatica.
E la sua occulta amarezza, diventa saggezza precoce, perché: “…la solitudine è l’abitudine di amarsi…”». Alessandra Crabbia
- «Petali di fiore» di Cristina Vascon, Vighizzolo d’Este (PD). Questa la motivazione della Giuria: : «Cristina Vascon annuncia in questa raccolta poetica il suo inno all’amore, alla fede nella condivisione e corrispondenza d’amorosi affetti, e c’è una sorta di trionfo estatico nei suoi versi.
L’amore è totalità, tripudio di passione, ma anche ricordo di antiche tristezze e solitudini sconfitte dal miracolo del sentimento.
La poetessa dipinge l’amato con la tonalità degli antichi trovatori, o con il verbo appassionato del “Cantico dei cantici”, arricchendo il pathos con scorrevole fluidità naturalistica.
La sua fortuna è amare ed essere amata, in fuga dalle asprezze della vita». Alessandra Crabbia
La premiazione si svolgerà sabato 30 gennaio 2016 dalle ore 15:00 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura. Gli Autori premiati riceveranno a mezzo posta comunicazione in merito.
|